“Matteo compie gli anni il 4 marzo, il 16 dicembre…e poi festeggiamo anche il 7 aprile!”

Matteo è un bambino nato pretermine a 29 settimane di gestazione + 3 giorni e celebra assieme alla sua famiglia tutte queste indelebili date.

Il 16 dicembre 2018 è venuto al mondo, in modo totalmente inaspettato, dopo una gravidanza giunta a sole 29 settimane + 3 giorni. Questa data compare ovunque: è il suo compleanno anagrafico, ma non è l’unico!
Il 4 marzo 2019 è la data presunta del parto, il compimento delle 40 settimane, la data in cui mamma e papà lo aspettavano. Potremmo dire che è il suo compleanno “corretto”!
Il 7 aprile 2019 Matteo è finalmente tornato a casa e la famiglia si è finalmente riunita dopo 112 interminabili giorni di ricovero in Terapia Intensiva Neonatale.

Nascere pretermine significa festeggiare la data in cui si nasce, la data in cui si sarebbe dovuti nascere e la data in cui si è stati dimessi dall’ospedale.  

Tutti questi “compleanni” hanno per le famiglie premature un significato davvero importante. Il compleanno anagrafico solitamente viene ricordato con angoscia, come un giorno davvero duro e difficile da dimenticare, i primi anni, spesso, lo si festeggia un po’ in sordina. Il vero compleanno solitamente si celebra ricordando il momento della dimissione che spesso coincide con la data presunta del parto o giù di li.

Avere ben chiara la distinzione tra età cronologica e età corretta è fondamentale sia per i genitori che per tutti i professionisti – dal pediatra di base alla baby sitter, dall’educatrice dell’asilo nido ai nonni – che entreranno in contatto con questo bambino soprattutto nei sui primi anni di vita. L’età cronologica (o anagrafica) corrisponde all’effettiva data di nascita del bambino, l’età corretta invece corrisponde a quella calcolata dal compimento delle 40 settimane di gestazione. Esplicitato questo concetto risulterà semplice capire come il dato su questa “doppia età” sia fondamentale per monitorare lo sviluppo del bambino ma anche per modulare le proposte di gioco che gli si possono fare.

Quando non si conosce, o ci si dimentica di informare, circa questa doppia età si rischiano di far scattare campanelli di allarme ingiustificati. Se ad agosto Matteo non riesce a stare seduto, conquista che solitamente avviene tra i 4 e i 7 mesi di vita, non sarà certo da allarmarsi: la sua carta d’identità ci dice che ha 8 mesi ma la sua esperienza ci dice che ne ha 5 quindi siamo ancora ampiamente nei limiti “normali”.

Questa “doppia età” a un certo punto si abbandona. Non esiste un momento preciso di quando questo avviene, la storia di ogni famiglia porta con sé un percorso di elaborazione molto personale. Io, da professionista che da anni vede bambini nati pretermine più o meno cresciuti, non smetto mai di considerare questa doppia età perché un bambino venuto al mondo così tanto prima, una volta appianato il divario sulle principali tappe di sviluppo motorio, linguistico, cognitivo, ecc porta in ogni caso con sé un vissuto emotivo e relazione che, nel bene e nel male, non lo abbandonerà mai.

“Matteo compie gli anni il 4 marzo, il 16 dicembre…e poi festeggiamo anche il 7 aprile!”

Matteo è un bambino nato pretermine a 29 settimane di gestazione + 3 giorni e celebra assieme alla sua famiglia tutte queste indelebili date.

Il 16 dicembre 2018 è venuto al mondo, in modo totalmente inaspettato, dopo una gravidanza giunta a sole 29 settimane + 3 giorni. Questa data compare ovunque: è il suo compleanno anagrafico, ma non è l’unico!
Il 4 marzo 2019 è la data presunta del parto, il compimento delle 40 settimane, la data in cui mamma e papà lo aspettavano. Potremmo dire che è il suo compleanno “corretto”!
Il 7 aprile 2019 Matteo è finalmente tornato a casa e la famiglia si è finalmente riunita dopo 112 interminabili giorni di ricovero in Terapia Intensiva Neonatale.

Nascere pretermine significa festeggiare la data in cui si nasce, la data in cui si sarebbe dovuti nascere e la data in cui si è stati dimessi dall’ospedale.  

Tutti questi “compleanni” hanno per le famiglie premature un significato davvero importante. Il compleanno anagrafico solitamente viene ricordato con angoscia, come un giorno davvero duro e difficile da dimenticare, i primi anni, spesso, lo si festeggia un po’ in sordina. Il vero compleanno solitamente si celebra ricordando il momento della dimissione che spesso coincide con la data presunta del parto o giù di li.

Avere ben chiara la distinzione tra età cronologica e età corretta è fondamentale sia per i genitori che per tutti i professionisti – dal pediatra di base alla baby sitter, dall’educatrice dell’asilo nido ai nonni – che entreranno in contatto con questo bambino soprattutto nei sui primi anni di vita. L’età cronologica (o anagrafica) corrisponde all’effettiva data di nascita del bambino, l’età corretta invece corrisponde a quella calcolata dal compimento delle 40 settimane di gestazione. Esplicitato questo concetto risulterà semplice capire come il dato su questa “doppia età” sia fondamentale per monitorare lo sviluppo del bambino ma anche per modulare le proposte di gioco che gli si possono fare.

Quando non si conosce, o ci si dimentica di informare, circa questa doppia età si rischiano di far scattare campanelli di allarme ingiustificati. Se ad agosto Matteo non riesce a stare seduto, conquista che solitamente avviene tra i 4 e i 7 mesi di vita, non sarà certo da allarmarsi: la sua carta d’identità ci dice che ha 8 mesi ma la sua esperienza ci dice che ne ha 5 quindi siamo ancora ampiamente nei limiti “normali”.

Questa “doppia età” a un certo punto si abbandona. Non esiste un momento preciso di quando questo avviene, la storia di ogni famiglia porta con sé un percorso di elaborazione molto personale. Io, da professionista che da anni vede bambini nati pretermine più o meno cresciuti, non smetto mai di considerare questa doppia età perché un bambino venuto al mondo così tanto prima, una volta appianato il divario sulle principali tappe di sviluppo motorio, linguistico, cognitivo, ecc porta in ogni caso con sé un vissuto emotivo e relazione che, nel bene e nel male, non lo abbandonerà mai.