Prima di addentrarci nell’importante relazione che intercorre tra motivazione e apprendimento, proverò a spiegarli nel modo più semplice e chiaro possibile.

La motivazione può essere definita come “una configurazione di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo”  (De Beni e Moè, 2000).

L’apprendimento invece può essere definito come una modificazione comportamentale che consegue a, o viene indotta da, un’interazione con l’ambiente. È quindi il risultato delle esperienze che conducono allo stabilirsi di nuove configurazioni in risposta agli stimoli esterni.

Ma come sono legati questi due concetti? Alzi la mano chi si è sentito dire almeno una volta a un colloquio con le insegnanti del proprio figlio “il ragazzo è intelligente ma svogliato!” e quante volte confrontandovi con i vostri amici avete detto o sentito dire “le cose le capisce ma proprio non si applica… gli basterebbe stare poco di più sui libri e in pagella non avrebbe tutti 6″?

Fermo restando che è ormai assodato che non è la quantità di tempo che “si sta sui libri” che porta al risultato ma la qualità del tempo che si passa con libri che garantisce il risultato, la variabile che maggiormente influenza la qualità dell’apprendimento è proprio la motivazione.

La motivazione all’apprendimento è, quindi, uno degli aspetti essenziali da prendere in considerazione all’interno di ogni sistema educativo per garantire un’istruzione di qualità. All’interno di ogni classe però si osserva una grande variabilità interpersonale che rende molto difficoltoso trovare una ricetta che vada bene per implementare la motivazione all’apprendimento in tutti gli alunni allo stesso modo. Esistono, tuttavia, degli aspetti fondamentali trasversali utili per elaborare le strategie migliori per motivare all’apprendimento gli alunni: l’interesse, l’auto efficacia e l’orientamento agli obiettivi.

L’interesse dello studente nei confronti di un certo contenuto è un aspetto fondamentale che non va assolutamente sottovalutato ma, anzi, coltivato. Come? Sia a un livello individuale facendo leva sulle inclinazioni e passioni di ogni alunno sia a livello situazionale, concentrandosi sulle modalità adottate per insegnare una specifica materia, ricordandosi che i bambini, ma non solo, imparano in primis facendo e non ascoltando!

L’auto-efficacia, intesa come l’aspettativa personale sulla capacità di svolgere un compito, se elevata aiuta lo studente ad aumentare la sua motivazione grazie alla gratificazione che riceve nel riuscire nel compito. Il modo migliore per gestire e aumentare l’auto-efficacia individuale in un contesto di classe si basa su un’istruzione che potenzia i punti di forza degli studenti e migliora i quelli più deboli anche attraverso valutazioni basate sul miglioramento personale più che sulla standardizzazione del risultato.

L’ultimo aspetto da non sottovalutare per ottenere un apprendimento motivato sono gli obiettivi che sottostanno all’apprendimento, che possono essere: prestazionali, quando l’obiettivo è quello di prendere il voto più alto della classe; di evitamento, quando l’obiettivo è quello di non prendere un’insufficienza; di competenza, quando l’obiettivo è quello di comprendere l’argomento per diventarne competenti. Quando la motivazione è orientata a un apprendimento diretto verso obiettivi di competenza vuol dire che si sta lavorando veramente in un’ottica di istruzione di qualità.

Un apprendimento motivato e condotto secondo lo stile di apprendimento che ogni alunno predilige porterà inevitabilmente a risultati ottimi sotto diversi punti di vista, autostima in primis.

Prima di addentrarci nell’importante relazione che intercorre tra motivazione e apprendimento, proverò a spiegarli nel modo più semplice e chiaro possibile.

La motivazione può essere definita come “una configurazione di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo”  (De Beni e Moè, 2000).

L’apprendimento invece può essere definito come una modificazione comportamentale che consegue a, o viene indotta da, un’interazione con l’ambiente. È quindi il risultato delle esperienze che conducono allo stabilirsi di nuove configurazioni in risposta agli stimoli esterni.

Ma come sono legati questi due concetti? Alzi la mano chi si è sentito dire almeno una volta a un colloquio con le insegnanti del proprio figlio “il ragazzo è intelligente ma svogliato!” e quante volte confrontandovi con i vostri amici avete detto o sentito dire “le cose le capisce ma proprio non si applica… gli basterebbe stare poco di più sui libri e in pagella non avrebbe tutti 6″?

Fermo restando che è ormai assodato che non è la quantità di tempo che “si sta sui libri” che porta al risultato ma la qualità del tempo che si passa con libri che garantisce il risultato, la variabile che maggiormente influenza la qualità dell’apprendimento è proprio la motivazione.

La motivazione all’apprendimento è, quindi, uno degli aspetti essenziali da prendere in considerazione all’interno di ogni sistema educativo per garantire un’istruzione di qualità. All’interno di ogni classe però si osserva una grande variabilità interpersonale che rende molto difficoltoso trovare una ricetta che vada bene per implementare la motivazione all’apprendimento in tutti gli alunni allo stesso modo. Esistono, tuttavia, degli aspetti fondamentali trasversali utili per elaborare le strategie migliori per motivare all’apprendimento gli alunni: l’interesse, l’auto efficacia e l’orientamento agli obiettivi.

L’interesse dello studente nei confronti di un certo contenuto è un aspetto fondamentale che non va assolutamente sottovalutato ma, anzi, coltivato. Come? Sia a un livello individuale facendo leva sulle inclinazioni e passioni di ogni alunno sia a livello situazionale, concentrandosi sulle modalità adottate per insegnare una specifica materia, ricordandosi che i bambini, ma non solo, imparano in primis facendo e non ascoltando!

L’auto-efficacia, intesa come l’aspettativa personale sulla capacità di svolgere un compito, se elevata aiuta lo studente ad aumentare la sua motivazione grazie alla gratificazione che riceve nel riuscire nel compito. Il modo migliore per gestire e aumentare l’auto-efficacia individuale in un contesto di classe si basa su un’istruzione che potenzia i punti di forza degli studenti e migliora i quelli più deboli anche attraverso valutazioni basate sul miglioramento personale più che sulla standardizzazione del risultato.

L’ultimo aspetto da non sottovalutare per ottenere un apprendimento motivato sono gli obiettivi che sottostanno all’apprendimento, che possono essere: prestazionali, quando l’obiettivo è quello di prendere il voto più alto della classe; di evitamento, quando l’obiettivo è quello di non prendere un’insufficienza; di competenza, quando l’obiettivo è quello di comprendere l’argomento per diventarne competenti. Quando la motivazione è orientata a un apprendimento diretto verso obiettivi di competenza vuol dire che si sta lavorando veramente in un’ottica di istruzione di qualità.

Un apprendimento motivato e condotto secondo lo stile di apprendimento che ogni alunno predilige porterà inevitabilmente a risultati ottimi sotto diversi punti di vista, autostima in primis.